MAESTRIA DI SARDEGNA: Mostra "Creazioni con il carattere di un'Isola"

MAESTRIA DI SARDEGNA: Mostra "Creazioni con il carattere di un'Isola"
Febbraio 28, 2014 Commenti disabilitati su MAESTRIA DI SARDEGNA: Mostra "Creazioni con il carattere di un'Isola" Eventi wp_7992244

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Con grande piacere l’Associazione Culturale della Sardegna in Toscana annuncia che giovedì 6 marzo alle ore 18:00, presso la GALLERIA ABRACADABRA In via dell’Amorino 9r, a Firenze, si terrà l’inaugurazione della mostra “CREAZIONI CON IL CARATTERE DI UN’ISOLA” realizzata da Paolo e Susanna Pittiu.

L’evento, organizzato da ACSIT e Galleria Abracadabra col patrocinio di Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Regione Sardegna, FASI e Radio Atividade Sardas, è il primo appuntamento del ciclo d’incontri “MAESTRIA DI SARDEGNA” , la rassegna artistica organizzata dall’ACSIT con l’intento promuovere le diverse forme di arte artigianale, pittorica e scultorea di nuovi e consolidati artisti sardi.

Dopo i saluti della presidente dell’ACSIT Fiorella Maisto e l’introduzione del professor Agostino Dessì, interverranno il professor Silvio Calzaroli, e l’artista Paolo Pittiu che avrà modo di spiegare le sue creazioni incentrare tutte sui simboli tradizionali della Sardegna, l’isola che dà il nome alla mostra.

“La Sardegna è una terra ricca, perché è ricca di storie da raccontare, e penso, anzi ne son per certo, che finché ci saranno storie da raccontare, per il suo popolo millenario ci sarà speranza, speranza di ripartire da se stessi, rinascere dalla stesse ceneri, come la fenice”. E’ questo ciò che emerge nelle sue borse e nei gioielli realizzati da Paolo Pittiu, definito dalla critica un maestro d’arte nel rendere evidenti quei contrasti della Sardegna che ci fanno ben comprendere la passione, il genio e l’estro creativo.

Le opere resteranno esposte fino a lunedì 10 marzo, dalle ore 10:00 alle ore 19:00 con ingresso gratuito.

Al termine dell’inaugurazione del 6 marzo, sarà offerto un copioso aperitivo di specialità sarde.

 

LE OPERE DI PAOLO PITTIU:

C’è il carattere di un’isola nel lavoro dell’artigiano Paolo Pittiu di Serdiana, un vero e proprio maestro d’arte, per quanto nel suo lavoro siano evidenti quei contrasti che ci fanno ben comprendere la passione, il genio e l’estro creativo.

Il  culto del passato, e il costante far riemergere caratteri del lavoro ormai dimenticati, preclusi a pochi, per quanto considerati obsoleti, ma che tutt’ora, ora più che mai sono sinonimo di qualità, sono le parole chiave del lavoro artigianale, che evoca per certi versi testimonianze di una cultura antica, dal fascino leggendario. Una cultura dedita all’arte ed al gusto di tramandare la consistenza delle cose belle ai posteri, come in una sorta di passaggio del testimone.

Nelle creazioni c’è il carattere di un’isola, che proprio grazie alla sua caratteristica geografica ha saputo preservare come in uno scrigno dettagli che se riemersi concedono attimi di stupore e meraviglia.

Momenti sacri più che preziosi, che fanno pensare alla ricchezza di un popolo. Un popolo orgoglioso, perché cosciente e fiero di appartenere ad un mondo che ha il suo perché di esistere, perché evoca nei suoi prodotti, che realmente spingono, come assistiti da una forza primordiale, verso un insieme di miti leggendari, per quanto ancora completi nella sua interezza, e mistici.

C’è nello stile di questo artigiano la passione del lavoro che deriva dal talento, dal sacrificio. È un fatto anche ereditario, per quanto il genio artistico deriva, in una sorta di passaggio del testimone, da quello paterno.

Ideale di donna: una donna che ricerca il dettaglio come elemento identificatorio. Sicura di se, detentrice di un carattere predominante, perché fiera di indossare qualcosa che dica al mondo quanto vale.

È un lavoro che non si discosta tanto dal classico artigiano, ma la chiave di lettura è molto definita per quanto palese. C’è una ricerca continua col fine di proporre costantemente qualcosa di nuovo, mai ripetitivo.

Utilizzando materiali organici evidenzia proprio il carattere unico dell’artigiano che riporta il suo lavoro, la sua arte, alla terra, al culto delle tradizioni e del passato.

Fa rivivere il carattere e le tendenze e le trasporta su di un asse temporale sospeso, su di un filo immaginario in una dimensione moderna, rispecchiando i gusti dei tempi che stiamo vivendo. Un gioiello è un accessorio complesso, perché è quel qualcosa che necessità poco per non tralasciare nulla, per raccontare storie, per far rivivere ed entrare nell’immaginario delle leggende, che nella realtà sono le comuni storie di uomini e di donne. Raccontano il loro lavoro, il loro sacrificio, e nel loro valore intrinseco c’è il vero valore morale.

Non è importante utilizzare dei materiali preziosi. Anche da materiali di scarto il prodotto finito può superare le aspettative di chi poi sa realmente apprezzare.

Sfruttare qualsiasi elemento che sembra entrare in contrasto con l’immagine perfetta è concorde al rapporto che si ha, che si vuole definire con la natura, che è necessario in questi momenti.

L’artigiano tende a catalogare le sue creazioni non in collezioni, come è consuetudine nel mondo dell’arte e della moda, ma in generazioni, come fossero figli suoi, generate da egli stesso, tolte da un involucro naturale che le impediva la bellezza  e riconsegnata dal lavoro attraverso il giusto trasporto emotivo.

La Sardegna è una terra ricca, perché è ricca di storie da raccontare, e penso, anzi ne son per certo, che finché ci saranno storie da raccontare, per il suo popolo millenario ci sarà speranza, speranza di ripartire da se stessi, rinascere dalla stesse ceneri, come la fenice.

Ceneri che sono la materia organica, primordiale, dalla quale i prodotti che ne vengono fuori sono proprio quei gioielli (in sardo “Prendas”,  denota qualcosa di qualità, preziosa)  che dal loro riverbero rievocano nella nostra mente delle fantastiche poesie metafisiche e reali, giocando un ruolo da protagonisti.

Fonte: Stefano Cogliandro (Newstyle Publications)

BIOGRAFIA:

Paolo Pittiu nasce a Serdiana nell’anno 1959 da una famiglia modesta e lavoratrice. Fin da giovane età ha la passione dell’intaglio ligneo , e restava svariate ora ad ammirare con passione il padre mentre intagliava le cassapanche sarde ,il quale possedeva una piccola bottega artigiana.

Negli anni ottanta con la guida del maestro crea le prime cassapanche personalizzando l’intaglio che rendono ogni manufatto un pezzo unico.

Negli anni novanta si avvina nel mondo dell’antiquariato e del restauro ligneo scoprendo una nuova passione.

Nel 1995 frequenta l’Istituto d’arte Palazzo Spinelli a Firenze suggerito dal suo carissimo amico Agostino Dessì. Paolo si specializza come ebanista e apre bottega a Serdiana dove gli vengono commissionati restauri lignei di pregevole fattura.

Nel 2001 frequenta l’Istituto Domus Aurea in Umbria, dove si specializza nella tecnica della doratura lignea.

Paolo essendo un creativo e avendo una grande passione per l’arte, è sempre alla ricerca di nuove tecniche che riguardano il campo del restauro.

Nel 2003 frequenta la scuola del cuoio di S. Croce a Firenze il gli è utile per il restauro degli scrittoi e altri mobili con parti in cuoio.

Durante le sue permanenze didattiche nel tempo libero lavorava  nelle botteghe artigiane cercando di scoprire tecniche e segreti di bottega. Sfruttando le conoscenze del cuoio e dell’intarsio ligneo, Paolo nel 2004 realizza le prime borse utilizzando cuoio e legno che intarsia con materiali pregiati come argento, corallo, madreperla e altro.

Le sue borse suscitarono curiosità e notevoli apprezzamenti per la loro originalità, tanto da riscuotere un notevole successo.

Oggi Paolo nella sua nuova bottega a Serdiana, oltre che il restauro ligneo, crea delle borse e gioielli artistici che riprendono simboli della cultura nuragica. Ogni pezzo che realizza è unico e possiede il carattere di un’isola.

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